Annotazione mentaleL'annotazione mentale (o nota mentale) è una tecnica di meditazione Vipassanā che mira a etichettare le esperienze man mano che si presentano. [1] In pratica, ciò significa utilizzare una sola parola per descrivere ciò che si sta vivendo nel momento presente, ad esempio "calore", "eccitazione", "resistenza", ecc. [1] Tali esperienze possono essere sensoriali, emotive o cognitive. [2] L'annotazione mentale ha diverse funzioni, tra cui radicare nel momento presente la persona che fa meditazione, aumentare la consapevolezza generale, aiutare a riconoscere i modelli di esperienza e ridurre l'identificazione con le esperienze. La pratica dell'annotazione ha avuto origine nel buddismo birmano. [3] Rientra nell'ambito della Vipassanā. [4] Il suo iniziatore è considerato, in particolare, Mahasi Saydaw (1904-1982), un monaco buddista Theravada birmano. Mahasi Saydaw ha dato inizio a quello che viene chiamato il Metodo Mahasi Con il Metodo Mahasi, il praticante si impegna in un approccio sistematico e intensivo alla meditazione di consapevolezza, che prevede l'osservazione dei pensieri, dei sentimenti e delle sensazioni corporee senza giudizio, annotando ogni sensazione nel momento in cui sorge e scompare, e sviluppando una consapevolezza chiara e continua della natura impermanente e insostanziale di tutti i fenomeni, il tutto utilizzando tecniche specifiche come l'annotazione mentale [5]. Il metodo dell'annotazione mentale secondo Mahasi SaydawIl metodo dell'annotazione mentale, così come descritto da Mahasi Sayadaw [6], inizia con la semplice osservazione della respirazione. L'autore prescrive di concentrarsi sulla respirazione, osservando l'inspirazione e l'espirazione, e annotare mentalmente "inspirazione" e "espirazione" mentre si pratica la meditazione. Una volta che la concentrazione sulla respirazione è stata stabilita, il praticante passa all'osservazione delle attività mentali. Ogni volta che si notano pensieri, emozioni o sensazioni che emergono durante la meditazione, si annotano mentalmente e si torna alla respirazione. Successivamente, il praticante passa all'osservazione delle sensazioni del corpo. Ogni volta che si avverte una sensazione, come dolore o tensione, si annota mentalmente la sensazione e si continua a concentrarsi sulla respirazione. Infine, la pratica dell'annotazione mentale può essere estesa alle azioni della vita quotidiana. Durante il normale svolgimento delle attività quotidiane, come camminare, mangiare o parlare, si può annotare mentalmente ciò che si sta facendo. Ad esempio, se si cammina, si annota mentalmente "camminando, camminando". In questo modo, la pratica dell'annotazione mentale può aiutare a sviluppare la consapevolezza e la concentrazione anche nella vita quotidiana. In generale, Mahasi Sayadaw prescrive di adottare gradualmente la tecnica dell'annotazione mentale, partendo dalla pratica di base della respirazione e progressivamente estendendola a diverse attività della vita quotidiana. In questo modo, la meditazione diventa una pratica continua che può aiutare a sviluppare la consapevolezza e la comprensione del mondo interiore ed esteriore. Varianti dell'annotazione mentaleLa diffusione di questa tecnica di meditazione ha portato nel tempo all'elaborazione di diverse varianti[7], come ad esempio:
Note
Voci correlateInformation related to Annotazione mentale |