Nel 1735 Annibale tornò nella sua città natale, Pesaro, data che coincise con la sua prima pubblicazione di carattere antiquario e filologico. Due anni dopo finì il Marmora Pisaurensia notis illustrata sulle epigrafi pesaresi, tomo ampliato dall'autore fino a poco prima di morire. Nel 1738 fu la volta dell'opera di numismaticaDissertazione sopra due medaglie sannitiche. Insieme a Giovan Battista Passeri intuì anche che le tavole eugubine non erano scritte in etrusco ma in umbro. Quello che seguì fu per Annibale un periodo di lavoro intenso come testimoniano i numerosi libri da lui scritti: Dissertazione sulla fondazione di Pesaro (1754, dove sostiene l'origine greca della città), Memorie del porto di Pesaro (1774), Memorie di Gradara, terra nel contado di Pesaro (1775), Memorie di Novillara (1777) e Memorie di Alessandro Sforza signore di Pesaro (1785).[1]
Nel 1756 donò alla comunità di Pesaro la sua libreria dotata di quasi duemila pergamene e di molte migliaia di opere a stampa e manoscritte di alto valore e significato per la storia e per la cultura della città, oltre ad una raccolta antiquaria, formata essenzialmente da materiale di scavo quasi tutto pesarese. Questa donazione costituì il primo nucleo dell'attuale biblioteca Oliveriana.
Note
^abGiovanni M. Claudi, Liana Catri, Dizionario biografico dei marchigiani, p. 8
Bibliografia
Giovanni M. Claudi, Liana Catri, Dizionario biografico dei marchigiani, Il lavoro editoriale, Ancona, 2007, ISBN 978-88-7663-409-3