L'anello del pescatore[1], chiamato anche anello piscatorio[2] (in latinoAnnulus piscatorius[1][3]) o anello papale, è una delle insegne del papa, che egli riceve durante la messa di inizio del suo pontificato e che indossa all'anulare della mano destra. L'anello, appositamente creato per ciascun nuovo pontefice, è detto del pescatore perché, dal XIV secolo, invece dell'immagine degli evangelisti, reca sulla sommità la figura di san Pietro mentre getta le reti dalla sua barca; solitamente, il nome del papa è inciso lungo il bordo di tale immagine.[1][4][5] Non tutti gli anelli piscatori, però, raffigurano l'immagine dell'apostolo Pietro intento a gettare le reti in mare: alcuni anelli, infatti, recano incisioni a bassorilievo di san Pietro che tiene in mano un mazzo di due chiavi: una chiave rappresenta il potere nel regno dei cieli e l'altra rappresenta l'autorità spirituale del papato sulla terra; altri anelli, invece, come quelli indossati da papa Francesco, recano semplicemente dei simboli cristiani, ma non raffigurano l'immagine del principe degli apostoli. L'anello del pescatore, inoltre, differisce dall'anello vescovile per solennità, per simboli, per funzioni e per essere prerogativa esclusiva del papa.
Origine del nome
Nel vangelo secondo Luca (5,1-11) Gesù interviene nel corso di una battuta di pesca scarsamente prolifica e permette miracolosamente ai futuri discepoli di riempire di pesci le proprie reti. Quando Simon Pietro si getta ai piedi di Cristo, viene invitato a divenire "pescatore di uomini":
«Mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: "Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca". Simone rispose: "Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti". Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell'altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: "Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore". Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: "Non temere; d'ora in poi sarai pescatore di uomini". E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.»
Pietro apostolo, pescatore di uomini, è, secondo la tradizione cattolica, anche il primo papa della storia, proprio perché Gesù stesso gli ha affidato tale primato. Ecco il passo evangelico tratto dal vangelo secondo Matteo:
«Gesù, giunto nella regione di Cesarèa di Filippo, domandò ai suoi discepoli: "La gente, chi dice che sia il Figlio dell'uomo?". Risposero: "Alcuni dicono Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti". Disse loro: "Ma voi, chi dite che io sia?". Rispose Simon Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente". E Gesù gli disse: "Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli".»
Perciò, essendo Pietro definito da Gesù pescatore di uomini, primo fra gli apostoli e primo papa della storia, si spiega perché i pontefici, nel corso dei secoli, abbiano voluto imprimere nell'anello pontificio, simbolo di potere e fedeltà alla Chiesa, tale immagine evangelica e abbiano voluto chiamare tale anello del pescatore.[6]
Utilizzo dell'anello
Non si sa, però, a quale epoca precisa risalga l'uso di tale insegna. La prima menzione esplicita si trova in una lettera scritta da papa Clemente IV il 7 marzo 1265 al nipote Pietro Grossi; i pontefici successivi, infatti, lo hanno usato per sigillare tutta la loro corrispondenza privata e i brevi apostolici, per mezzo della pressione dell'anello sulla ceralacca riscaldata e fusa sulla carta.[1][7] Questi atti redatti dal papa, o da lui controfirmati, recavano al loro termine l'espressione sub annulo piscatoris[8][9], che faceva, dunque, esplicita menzione del suggello.[1] Gli atti pubblici, invece, recavano un sigillo in piombo fuso sul documento stesso. Questi documenti prendevano il nome di bolla papale, dal nome del sigillo, detto bulla, che vi veniva apposto.[4] Tale pratica di usare l'anello del pescatore per sigillare i documenti fu abbandonata nel 1842, quando la cera con il nastrino in seta impressa con l'anello del pescatore cedette il posto a un timbro con inchiostro rosso.[4] Oggidì l'anello ha un valore meramente simbolico: i pontefici lo indossano come manifestazione della loro autorità apostolica su tutta la Chiesa cattolica. È, inoltre, antica tradizione che i fedeli bacino l'anello del pescatore come gesto di omaggio nei confronti del papa, anche se questa consuetudine è stata progressivamente abbandonata sotto il pontificato di papa Francesco, principalmente per motivi igienici.[10][11][12]
Forma e materiali utilizzati
Le forme e i materiali dell'anello piscatorio sono a discrezione dei pontefici. Alcuni anelli recavano sulla sommità pietre preziose, altri erano fatti di bronzo dorato e con il castone di cristallo di rocca, oppure altri erano interamente forgiati in oro, come quello di papa Benedetto XVI e di molti dei suoi predecessori. Papa Francesco, invece, ha scelto di portare un anello in argento dorato.[13]
«Beatissime Pater, Episcopus et
Pastor animarum nostrarum
Christus, Filius Dei vivi, qui super
petram Ecclesiam suam ædificavit,
Ipse tibi donet Anulum
sigillum Petri Piscatoris, qui
suam spem in mari Galilææ
expertus est, cui Dominus Iesus
cælorum Regni claves commisit.
Beato apostolo Petro tu hodie
succedis in Episcopatu huius Ecclesiæ,
quæ caritatis unitati
præsidet ut beatus apostolus
Paulus docuit; Spiritus caritatis,
in corda nostra effusus, vim et
suavitatem largiatur tuo ministerio omnes in Christum credentes in unitatis communione
servandi.»
(IT)
«Beatissimo Padre, lo stesso Cristo,
Figlio del Dio vivente, Pastore
e Vescovo delle nostre anime,
che ha edificato la sua Chiesa
sulla roccia, ti doni l'Anello,
sigillo di Pietro il Pescatore, che
ha vissuto la sua speranza sul
mare di Tiberiade e al quale il
Signore Gesù ha consegnato le
chiavi del Regno dei cieli.
Oggi tu succedi al Beato Pietro
nell'Episcopato di questa Chiesa,
che presiede alla comunione
dell'unità secondo l'insegnamento
del Beato apostolo Paolo.
Lo Spirito dell'amore effuso nei
nostri cuori ti pervada di forza e mitezza per custodire con il tuo
ministero i credenti in Cristo
nell'unità della comunione.»
(Ordo Rituum pro Ministerii Petrini Initio Romae Episcopi, consegna dell'anello)
Alla morte del pontefice, o in seguito alla sua rinuncia, l'anello veniva distrutto dal cardinale camerlengo, alla presenza di altri cardinali. Prima dell'entrata in vigore della costituzione apostolicaUniversi Dominici Gregis, pubblicata da papa Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996, il camerlengo, dopo aver accertato la morte del papa, sfilava l'anello dal dito di quest'ultimo, vi incideva sopra una croce con uno scalpello e successivamente con un martelletto d'argento lo distruggeva, e ciò che restava del gioiello veniva conservato nei musei vaticani come reperto. Tale azione, che una volta era intesa a prevenire che qualcuno potesse appropriarsi dell'anello e usarlo indebitamente per legittimare documenti successivi, ha poi assunto il significato di sottolineare che nel periodo di sede vacante nessuno può assumere le prerogative proprie del sommo pontefice.[4]
Dopo l'entrata in vigore della suddetta costituzione apostolica, si prescrive che l'anello del pescatore venga semplicemente annullato, non indicando una procedura precisa:[16]
«[...] (i cardinali, ndr) provvedano a far annullare l'Anello del Pescatore e il Sigillo di piombo, con i quali sono spedite le Lettere Apostoliche»
Ad esempio, dopo la rinuncia di papa Benedetto XVI, i suoi due anelli papali sono stati biffati, cioè i disegni sono stati rigati con una croce per impedire che possano essere usati come sigilli, ma non sono stati distrutti fisicamente come prescrivevano le vecchie norme.[10][17][18] Insieme agli anelli sono stati annullati, come prevede la costituzione apostolica già citata, i timbri a secco per i documenti pontifici, uno più grande e uno più piccolo, e la matrice del sigillo di piombo che serve per applicare i sigilli di piombo sulle bolle pontificie.[17]
I papi e l'anello del pescatore
Da qualche tempo a questa parte, come già detto, il monile papale ha assunto un grande significato simbolico, ed è svincolato dagli antichi e originali rimandi di natura laica o temporale. I pontefici, infatti, più volte hanno donato il proprio anello piscatorio.
Papa Giovanni XXIII, ad esempio, nell'ottobre del 1962 donò il proprio anello papale simbolicamente a san Giuseppe, al quale aveva raccomandato i lavori preparatori del Concilio Vaticano II, alla basilica dell'Assunzione della Beata Vergine Maria di Kalisz, dove è conservata un'immagine del santo ritenuta miracolosa.
Anche papa Giovanni Paolo II, circa quarant'anni dopo, nel 2004, riprese il gesto del dono simbolico a san Giuseppe[17][19] e l'anello fu poi collocato dall'arcivescovo di CracoviaFranciszek Macharski nella tela di un quadro del santo custodito nel monastero-santuario dei Carmelitani Scalzi a Wadowice[20], città natale del pontefice. Giovanni Paolo II, infatti, portava generalmente al dito l'anello episcopale d'oro, donatogli quando era cardinale da papa Paolo VI, che a sua volta faceva un uso saltuario dell'anello piscatorio, e adoperava, per i fini dell'anello del pescatore, un sigillo ovale.[21]
Anche papa Francesco utilizza prevalentemente l'anello episcopale argenteo, riservando l'anello piscatorio, generalmente, per alcune liturgie e particolari funzioni.
Galleria d'immagini
Anelli papali dei pontefici Paolo II (a destra) e Sisto IV (a sinistra)
Papa Francesco indossa un anello piscatorio più semplice rispetto a quelli indossati dai predecessori
Papa Francesco indossa l'anello del pescatore mentre firma il libro degli ospiti a Palazzo di Belém, durante la sua visita in Portogallo per la GMG 2023
^ Antonello Battaglia, L'abito dell'anima. Materiali e simboli delle vesti religiose in G. Motta (a cura di), La Moda contiene la Storia e ce la racconta puntualmente, pp. 180-181., Roma, Nuova Cultura, 2015.