I più famosi sono l'anello di Bramham Moor, trovato nel XVIII secolo, e quello di Kingmoor, trovato nel 1817, su cui si trova scritta una formula magica quasi identica, leggibile come
ærkriufltkriuriþonglæstæpontol
Un terzo anello, trovato prima del 1824 (forse identico ad uno trovato nel 1773 presso il castello di Linstock a Carlisle), contiene una formula simile, ery.ri.uf.dol.yri.þol.wles.te.pote.nol.
I restanti quattro contengono formule più brevi.
Wheatley Hill, Durham, trovato nel 1993, oggi esposto presso il British Museum. Della fine dell'VIII secolo con la scritta [h]ring ic hatt[æ].
Coquet Island, Northumberland, trovato prima del 1866, oggi perduto. Iscrizione: + þis is - "questo è…".
Cramond, Edimburgo, trovato nel 1869-70, oggi presso il National Museum of Scotland. IX-X secolo. Iscrizione: [.]ewor[.]el[.]u.
Thames Exchange, Londra, trovato nel 1989, oggi nel Museum of London. Iscrizione: [.]fuþni ine.
Si tratta di un anello fatto di agata, forse risalente al IX secolo, rinvenuto prima del 1824. Oggi si trova presso il British Museum, catalogato col codice no. 186.
L'iscrizione recita
ery.ri.uf.dol.yri.þol.?les.te.pote.nol.
Page (1999) la considera una versione scorretta dell'iscrizione presente anche sugli anelli di Kingmoor e Bramham Moor.
Non è stato registrato il luogo in cui avvenne il ritrovamento, ma Page (1999) ipotizza che sia lo stesso del ritrovamento dell'anello del castello di Linstock nel 1773.
Una nota è stata rinvenuta tra gli archivi di Thorkelin, che raccontava i propri viaggi in Inghilterra tra il 1785 ed il 1791.
Questa nota riporta una oscura scritta, "ERY.RI.VF.MOL / YRI.VRI.NOL / GLES.TE.SOTE.THOL", identificata come "trovato nel 1773 presso il castello di Lynstock vicino a Carlisle, e non lontano dal Muro dei Pitti del Cumberland".
Page cita una nota presa da un catalogo di vendita del 1778 che elenca "un antico anello runico, trovato vicino al Muro dei Pitti, 1773".[2]
Interpretazione di ærkriu
La sequenza ærkriu trovata sugli anelli di Kingmoor e Bramham Moor Rings viene interpretata come preghiera per chiedere di fermare un'emorragia, basandosi sul paragone con una preghiera che conteneva la scritta ærcrio trovata nel Bald's Leechbook (i.vii, fol. 20v). Per questo motivo l'intera iscrizione sembra una protezione a cui l'anello fungeva da amuleto.[1][3]
Il carme del Leechbook è stato trovato anche in Bodley MS:
^Bruce Dickins, Runic Rings and Old English Charms ASNSL 167 (1935), 252.
^ed. Thomas Oswald Cockayne (1865, ristampa 1965), II:54;
Felix Grendon, The Anglo-Saxon Charms The Journal of American Folklore, Vol. 22, No. 84 (1909), 105-237 (201f.).
^ed. Arthur Napier, Herrig's Archiv 74 (1890), 323.
Page, Raymond I. 'The Inscriptions,' Appendix A in Wilson, D. M. Anglo-Saxon Ornamental Metalwork 700-1100 in the British Museum. Londra:Trustees of the British Museum. pp. 67–90.
Page, Raymond I. (1999), "Two Runic Notes," Anglo-Saxon England, Volume 27, ISBN 978-0-521-62243-1.
Okasha, Elisabeth (2003). "Anglo-Saxon Inscribed Rings." Leeds Studies in English, n.s. 34, pp. 29–45.