Sempre secondo il racconto del De Dominici, Andrea si recò a Roma per studiare le opere del Perugino, in quanto fortemente colpito dalla sua Pala dell'Assunta, dipinta nel 1506 e collocata nel Duomo di Napoli, dove tuttora si trova. Una volta a Roma però, Andrea sarebbe entrato nelle grazie di Raffaello e da questi reclutato nella équipe di pittori da lui coordinata per la decorazione delle stanze vaticane.
Attendibile o meno che sia questo racconto, l'influenza raffaellesca sull'opera del Sabatini, desumibile dall'analisi delle sue opere, è largamente condivisa. D'altro canto, anche a prescindere da questa ipotetica collaborazione, l'opera di Raffaello era nota a Napoli in virtù della presenza in città, presso la chiesa di San Domenico Maggiore, della Madonna del Pesce dipinta nel 1514.
Tuttavia, nell'attività iniziale del Sabatini, si evidenziano soprattutto ascendenze del Perugino e di Pinturicchio e, poi, anche del leonardesco Cesare da Sesto, pittore milanese attivo nel Meridione. Testimonia questa influenza iniziale anche la circostanza che la Natività, attualmente esposta alla pinacoteca provinciale di Salerno, a lungo ritenuta pacificamente opera del Sabatini, nel 1985 alcuni studiosi l'hanno attribuita a Cesare da Sesto.[1]
La decisa adesione allo stile di Raffaello sarebbe stata, quindi, una scelta della maturità artistica di Andrea, orientativamente collocabile alla metà del secondo decennio del Cinquecento (Abbate, 2009).
L'attività artistica del Sabatini si è svolta prevalentemente in un'area oggi collocabile tra le provincie di Napoli e Salerno e nel territorio del basso Lazio.
Nello stesso periodo operò anche a Gaeta, dove presumibilmente morì, decorando il santuario della Santissima Annunziata. Quest'ultimo cantiere fu proseguito dal Criscuolo, mentre i lavori presso l'abbazia di Montecassino furono continuati dallo Ierace.
A Gaeta è conservato, nel coro del santuario dell'Annunziata, un grande polittico con temi mariani - negli scomparti principali Annunciazione e Dormitio Virginis -, probabilmente l'ultimo lavoro di Andrea da Salerno[3].
Francesco Abbate, Storia dell'arte nell'Italia meridionale, Donzelli Editore, Roma, 2009, ISBN 9788860364135
Giovanni Previtali, (a cura di), Andrea da Salerno nel Rinascimento meridionale, Catalogo della mostra Padula (SA) 1986, Certosa di San Lorenzo, Edizioni Centro Di, Firenze, 1986, ISBN 88-7038-121-8
Bernardo De Dominici, Vite de pittori, scultori e architetti napoletani, Napoli, 1742
Gaetano Bongiovanni, Pittura fuori contesto. Due tavole del Cinquecento a Palermo, in Il bello, l'idea e la forma. Studi in onore di Maria Concetta Di Natale, a cura di P, Palazzotto, G. Travagliato, M. Vitella, tomo II, Palermo 2022, pp- 177-182.