Iniziò il proprio apprendistato artistico nella bottega di Massimo Stanzione, l'influsso del quale, sebbene chiaramente riconoscibile nelle sue opere, non fu tuttavia il solo da cui il pittore mutuò tecnica e ispirazione. È infatti possibile rilevare nel suo approccio pittorico influenze di Andrea Vaccaro per quanto attiene alle rappresentazioni naturalistiche; e stilemi classicisti e barocchi riconducibili ad Anton Van Dyck, Francesco Guarini, Bernardo Cavallino e Charles Mellin.
Fu nominato dal papa Cavaliere dell'Ordine dello Speron d'oro, titolo che includeva quello di conte, del quale alcune cronache narrano che fosse oltremodo vanitoso, sino al ridicolo[4].
Secondo il Lanzi, in riferimento alle opere nella Chiesa dei Miracoli a Napoli, Gli Evangelisti e i Dottori, onde ornò i pilastri, sono le più belle pitture, [...], le positure son nobili, i concetti peregrini; tutto è dipinto con amore e da valentuomo, e con una freschezza di colori maravigliosa. Altre belle opere se ne veggono; ma non poche anche deboli e mancanti di spirito.[5]
«maggiore Oronzo, che fu pure pittore, sebbene, per quanto si può ricavare dagli elementi disponibili, dalla fisionomia artistica assai poco spiccata.»
^U. Prota-Giurleo, Pittori napoletani del Seicento, Napoli 1953, p.34
^Giovanni Rosini, Storia della pittura italiana esposta coi monumenti, Volume 6, Capurro, 1852
^Luigi Lanzi, Storia pittorica della Italia: dal risorgimento delle belle arti fin presso al fine del XVIII secolo, Marchini 1822
^Tommaso Astarita, The Continuity of Feudal Power: The Caracciolo Di Brienza in Spanish Naples, Cambridge University Press, 2004. Per curiosità, il valore complessivo delle opere stimato da Malinconico era di 613 ducati.
^Su commissione del barone Renato De Massa, nel 1677 - In Bartolomeo Capasso, Memorie storiche della chiesa Sorrentina, Stabilimento dell'antologia legale, Napoli, 1854
Bibliografia
Bernardo de' Dominici, Vite dei pittori, scultori ed architetti napoletani (1742-43), III, Napoli 1844, pp. 293–295;
Giovan Battista D'Addosio, Documenti inediti di artisti napoletani dei secoli XVI e XVII (1920), Napoli 1991, p. 78;
G. Ceci, in U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIII, Leipzig 1929, p. 594;
Ulisse Prota-Giurleo, Pittori napoletani del Seicento, Napoli 1953, pp. 34–39;
Eduardo Nappi, La chiesa di S. Maria dei Miracoli, in Napoli nobilissima, s. 3, XXI (1982), pp. 196–218;
S. Schütze - T.C. Willette, Massimo Stanzione, l'opera completa, Napoli 1992, pp. 128, 148; F. Bologna, A. M. in Sicilia.
Studi in onore di Michele d'Elia, a cura di C. Gelao, Matera 1996, pp. 353–365;
M. Izzo, Una "Assunta" di Andrea Malinconico a Calvizzano, in Napoli nobilissima, s. 5, IV (2003), pp. 21–26.
R. Bellucci, Andrea Malinconico e il secondo Seicento a Napoli, Napoli, Arte'm, 2015.