Suo zio era Aniello Falcone (1600-1665), celebre pittore di battaglie di ascendenza caravaggesca, che gli lasciò per testamento parte dei suoi disegni e una porzione di una casa alla Selleria.[1] Suo padrino di battesimo era stato il pittore Andrea Vaccaro. Allievo dello scultore Cosimo Fanzago, Andrea Falcone ha collaborato ad alcune sue opere.[2] La sua attività è concentrata in particolare a Napoli. Oltre a sculture in marmo, ne ha realizzate alcune in legno policromo, per il presepe napoletano.
Il progetto e l'esecuzione del Monumento a San Gaetano, nella omonima piazza, fu affidato a Cosimo Fanzago che lo realizzò dal 1657 al 1664 con la collaborazione di Andrea Falcone che fece i quattro putti..
Per il Pio Monte della Misericordia, nel 1666 furono commissionate ad Andrea Falcone tre sculture del porticato esterno: Madonna della Misericordia e le due figure allegoriche Misericordia e Carità. Falcone scolpì anche otto pilastri di bardiglio, con scanallature e capitelli. Nel cortile del palazzo è sua la Madonna con Bambino. I due gruppi raffiguranti le Sette opere di Misericordia furono da lui eseguiti, su disegno di Fanzago.
Nella cappella della Purità della basilica di San Paolo Maggiore la scultura Temperanza fu eseguita da Andrea Falcone nel 1675 e sulla facciata, entro due nicchie, sono sue le statue raffiguranti San Pietro e San Paolo, scolpite nel 1671.
Nella Reale cappella del Tesoro di san Gennaro ci sono cinquantaquattro busti reliquari in argento, raffiguranti santi patroni della città. Alcuni sono stati da lui eseguiti.
Nella basilica dello Spirito Santo aveva realizzato l'altare maggiore che nel 1775 fu smontato e venduto a un marmoraro.
Nella chiesa del Gesù Nuovo, detta anche della Trinità Maggiore, sono a lui attribuiti gli angeli nelle nicchie della cappella dedicata a Giuseppe Moscati. Nella cappella della Visitazione di Maria ad Elisabetta ha eseguito lavori di plastica ornamentale nel 1658 circa.
Nella Basilica di Santa Chiara la cappella di Sant'Antonio ha decori marmorei sepolcrali della famiglia Carbonelli di Letino attribuiti a Bartolomeo Mori e Andrea Falcone.
Ragazzo che offre una gallinella al Bambino Gesù, cm 30, 1660 circa
Mandraino in sosta , cm 42
Pastore di annunzio, cm 90, 1660 circa
Note
^ F. Faraglia, Il testamento di Aniello Falcone, in Napoli nobilissima: rivista di topografia ed arte napoletana, XIV, Napoli, 1904, p. 18.
^Le poche notizie biografiche si desumono da: Bernardo de Dominici, Vite de' pittori, scultori, ed architetti napoletani. Non mai date alla luce da autore alcuno, Napoli, per Francesco, e Cristoforo Ricciardo, stampatori del Real Palazzo, 1742, vol. III, pp. 186-187, SBNMODE026189.
^Per questo elenco è stato fatto riferimento anche a: Borrelli, pp. 206-208.
^Per questo elenco il riferimento è a: Borrelli, p. 206.
Riccardo Lattuada, Andrea Falcone, scultore a Napoli tra classicismo e barocco, in Storia dell'Arte, n. 54, Firenze, La Nuova Italia, 1985, SBNRAV0071499. Diretta da Giulio Carlo Argan.