Amministrazione apostolica dell'Uzbekistan
L'amministrazione apostolica dell'Uzbekistan (in latino Administratio Apostolica Usbekistaniana) è una sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2022 contava 4.024 battezzati su 34.933.958 abitanti. È retta dal vescovo Jerzy Maculewicz, O.F.M.Conv. TerritorioL'amministrazione apostolica si estende sull'intero territorio dell'Uzbekistan, nell'Asia centrale. Sede dell'amministrazione apostolica è la capitale Tashkent, dove si trova la cattedrale del Sacro Cuore. Il territorio è suddiviso in 5 parrocchie: la cattedrale del Sacro Cuore a Tashkent, la chiesa di Sant'Andrea a Bukhara, la chiesa di Santa Maria a Ferghana, la chiesa di San Giovanni Battista a Samarcanda e la chiesa di Nostra Signora, Madre di Misericordia a Urgench. StoriaUna prima significativa presenza cattolica nella regione che oggi corrisponde all'Uzbekistan risale al basso medioevo, quando, in seguito allo sviluppo dei rapporti tra l'Europa e l'impero mongolo (Khanato Chagatai), sorsero diversi monasteri francescani e domenicani. In questo periodo fu eretta anche una diocesi cattolica, la diocesi di Samarcanda, attiva nella prima metà circa del XIV secolo.[1] Le missioni cattoliche furono poi interrotte per diversi secoli. Solo tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, è documentata la presenza di fedeli cattolici, per lo più europei che abitavano la regione e che comprendevano esuli, militari dell'esercito zarista, prigionieri di guerra e rifugiati. La prima cappella cattolica fu aperta a Tashkent tra il 1883 e il 1885. Ma fu soprattutto grazie all'opera del sacerdote lituano padre Justinas Bonaventūra Pranaitis, che il cattolicesimo poté radicarsi in Uzbekistan: a lui si deve la costruzione di diverse chiese, a Aşgabat (Turkmenistan), Kyzyl-Arvat (Turkmenistan), Fergana e Samarcanda (Uzbekistan). Con l'avvento del regime sovietico e le repressioni staliniane degli Anni Trenta, tutte le chiese furono chiuse o distrutte; il parroco di origine bielorussa Iosif Savinskij fu fucilato come reazionario il 26 dicembre 1937.[1][2] Dopo la dissoluzione dell'Unione Sovietica e la nascita della repubblica indipendente dell'Uzbekistan, poterono riprendere le missioni cattoliche nel paese, anche grazie all'instaurarsi di relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il paese dell'Asia centrale nel 1992. L'anno prima i francescani conventuali polacchi decisero di aprire la missione in Uzbekistan, venendo in aiuto dell'unico prete cattolico presente sul territorio.[1][3] Contestualmente le comunità cattoliche del paese furono affidate alla cura pastorale degli amministratori apostolici di Karaganda.[4] La missione sui iuris fu eretta il 29 settembre 1997, ricavandone il territorio dall'amministrazione apostolica di Karaganda dei Latini (oggi diocesi di Karaganda). Il 1º aprile 2005 la missione sui iuris è stata elevata ad amministrazione apostolica con la bolla Totius dominici gregis di papa Giovanni Paolo II. Il 9 agosto 2013 la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha confermato san Giovanni Paolo II patrono principale dell'amministrazione apostolica.[5] Cronotassi dei vescoviSi omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
StatisticheL'amministrazione apostolica nel 2022 su una popolazione di 34.933.958 persone contava 4.024 battezzati, corrispondenti allo 0,0% del totale.
Note
Bibliografia
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