Amanita ceciliae (Berk. & Broome) Bas 1984 è un basidiomicete del gruppo della famiglia delle Amanitaceae.[1] Come tutte le specie della sezione Vaginatae presenta un'evidente striatura sul margine del cappello ed è priva di anello.
8–16 cm, prima campanulato-ogivato, poi convesso, infine piano, con leggero umbone centrale; di un bel grigio caldo tendente al bruno, ma anche variabile dal giallo-olivastro al brunastro, di varie tonalità, più scuro al centro.
Presenta resti di velo abbastanza persistenti, grigiastri che tendono ad annerire. Margine vistosamente striato.
Lamelle
Fitte, di colore bianco, libere al gambo che tendono ad ingrigire sul filo negli esemplari adulti.
Gambo
Assai slanciato (10-25 x 1,5-2,5 cm) tanto da far pensare ad una Macrolepiota procera, come questa presenta zebrature grigio medio su un fondo biancastro; leggermente attenuato verso l'alto, privo di anello, cavo all'interno a maturità.
Volva
Ridotta a frammenti o dissociata in pseudo cercini concolori alle decorazioni zebrate del gambo; bianca, grigiastra al piede appena ingrossato.
bianche in massa, all'analisi microscopica tendenzialmente sferiche, 10,2-11,6 x 11-12,7 µm.
Distribuzione e habitat
L'Amanita ceciliae cresce in estate/autunno, nei boschi termofili di latifoglia, su terreno argilloso. Alcuni autori l'assegnano anche ad habitat di conifera a basse quote. È piuttosto rara.
Commestibilità
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Velenoso da crudo.
Seppur commestibile dopo adeguata cottura, bisogna evitarne la raccolta poiché assai raro.