Il cirillico bosniaco è stato ampiamente utilizzato in Bosnia-Erzegovina e nelle aree confinanti in Croazia (Dalmazia meridionale e Ragusa). È stato particolarmente in uso da parte della Chiesa bosniaca. Il suo nome in lingua bosniaca è bosančica, bosanica o bošnjačko pismo (alfabeto bosniaco).[2] È stato anche definito "cirillico occidentale" o "cirillico croato-bosniaco".
Il cirillico bosniaco entra in uso nell'Alto Medioevo; il primo documento litico che ne fa uso è la Tavola di Humac, scolpita attorno all'anno 1000. Anche la Carta di Kulin il Bano (1189) è in cirillico bosniaco. Nei secoli successivi viene utilizzato per i documenti ufficiali della Chiesa bosniaca, specialmente dopo lo scisma con Roma. La sua epoca d'oro è tra il XIV e il XVII secolo. L'uso del cirillico bosniaco scema progressivamente con la conquista ottomana nel XV secolo e l'introduzione dell'alfabeto arebica, basato sull'arabo,[3] e con la concorrenza degli alfabeti latino e cirillico. Il cirillico bosniaco rimane in uso come alfabeto della nobiltà bosniaca, con il nome di Begovica.
Il cirillico bosniaco è stato definito anche con i seguenti termini:
^Balić, Smail (1978). Die Kultur der Bosniaken, Supplement I: Inventar des bosnischen literarischen Erbesa in orientalischen Sprachen. Vienna: Adolf Holzhausens, Vienna. pp. 49–50, 111.
^abAlgar, Hamid (1995). The Literature of the Bosnian Muslims: a Quadrilingual Heritage. Kuala Lumpur: Nadwah Ketakwaan Melalui Kreativiti. pp. 254–68
^Dobraća, Kasim (1963). Katalog Arapskih, Turskih i Perzijskih Rukopisa (Catalogue of the Arabic, Turkish and Persian Manuscripts in the Gazihusrevbegova Library, Sarajevo). Sarajevo. pp. 35–38.
«Čuveni krajiški begovi Kulenovići [...] Njihovo pismo bilo je sve do okupacije ćirilica, takozvano begovsko pismo, koje su oni sami zvali stara srbija.»