Alexius Meinong, cavaliere di Handschuchsheim (Leopoli, 17 luglio1853 – Graz, 27 novembre1920), è stato un filosofoaustriaco, noto principalmente per la sua opera Über Gegenstandstheorie ("Sulla Teoria degli Oggetti", 1904) e per i suoi studi di logica deontica, basati sulla teoria degli oggetti inesistenti. Questa teoria si fonda sul fatto che sia possibile pensare ad un oggetto, quale la montagna d'oro, pur non esistendo un oggetto tale nel mondo esterno.
esistenza (Existenz, verbo: existieren), o realtà effettiva (Wirklichkeit), che denota l'esistenza materiale d'un oggetto
sussistenza o consistenza (Bestand, verbo: bestehen)
l'essere-dato (Gegebenheit, come si dice in tedesco es gibt, cioè "è dato", "si dà").
Certi oggetti possono esistere (come montagne, uccelli etc.), altri invece non possono mai esistere, come gli oggetti della matematica (numeri, teoremi, etc.): tali oggetti semplicemente "sussistono". Infine, una terza classe di oggetti non può nemmeno sussistere: si tratta degli oggetti impossibili (ad esempio il cerchio quadrato, il ferro legnoso). L'essere-dato è il modo minimo d'essere, tutti gli oggetti sono perlomeno "dati" e questo modo d'essere non ha una negazione. Infatti, se qualcuno volesse negare di un certo oggetto il suo essere, o meglio, affermare il suo non-essere (Nichtsein), si avrebbe il paradosso che dovrebbe essere-dato per poterlo negare.
Contenuto e oggetto
Problematico è il rapporto tra l'oggetto (che sarebbe ciò a cui il linguaggio si riferisce) e il contenuto (che è ciò che il linguaggio esprime). Infatti nel riferirsi agli oggetti, il linguaggio tende a rimuovere il contenuto che esprime. Perciò Meinong pensa che la filosofia debba elaborare un approccio linguistico più direttamente orientato al contenuto.
Al contenuto possono appartenere più oggetti (come nelle rappresentazioni generali) e ad un oggetto possono appartenere più contenuti (si pensi alle rappresentazioni di uno stesso oggetto da parte di più osservatori).
Gli oggetti di ordine superiore
Meinong individua anche degli oggetti di ordine superiore, come le relazioni. Tali oggetti sono funzionali e dipendenti dagli oggetti di ordine inferiore. Infatti ad es. noi non possiamo concepire il concetto di "diversità" senza fare riferimento a degli oggetti tra cui questa relazione si instaura.
Oltre le relazioni, oggetti di ordine superiore sono i collettivi e le complessioni. Un collettivo è una mera compresenza di contenuti senza una connessione reale che non sia quella posta dalla coscienza all'atto stesso della rappresentazione. Una complessione invece è un insieme di contenuti caratterizzati da una relazione sussistente indipendentemente dalla rappresentazione. E, per apprendere una complessione, non basta il rappresentare, ma ci vuole l'assunzione (Annahme) e il giudizio.
Gli oggetti e le attività del soggetto
Meinong distingue quattro classi di oggetti :
"oggettità" (Objekt), che può essere reale (come le note di una melodia) o ideale (come le nozioni di differenza, identità, etc.)
"oggettivo" (Objectiv), ad esempio l'affermazione dell'essere (Sein) o non-essere (Nichtsein), di un essere-tale (Sosein), o di un essere-con (Mitsein) - in parallelo ai giudizi esistenziali, categorici e ipotetici
"dignitativo", ad esempio il vero, il buono, il bello
"desiderativo", ad esempio il dovere, lo scopo finale
A queste quattro classi di oggetti corrispondono quattro attività psicologiche:
la rappresentazione (das Vorstellen), per l'oggettità. Non si può rappresentare senza rappresentare qualcosa. E si può rappresentare anche ciò che non esiste. Meinong si domanda a tal proposito se possa esistere la rappresentazione, ma non il suo contenuto. Per risolvere questo problema egli riprende la tesi della distinzione tra oggetto immanente (il contenuto della rappresentazione) ed oggetto trascendente (il presunto oggetto esterno cui la rappresentazione si riferisce). L'oggetto immanente esiste solo in quanto rappresentato. Esso può essere chiamato anche pseudo-oggetto.
il pensiero (das Denken), per l'oggettivo
il sentire (das Fühlen), per il dignitativo
il desiderio (das Begehren), per il desiderativo.
La teoria dell'oggetto
Secondo Meinong ci vuole una scienza degli oggetti della conoscenza, del sentire e del desiderare. Parlare della scienza dell'oggetto del conoscere significa fare oggetto di una scienza e dunque una seconda volta oggetto del conoscere quello che è già oggetto del conoscere (e di una scienza particolare). Si richiede dunque una scienza delle scienze che spesso è finita sotto il nome di metafisica, che si riferisce alla totalità del mondo nella sua essenza e nei suoi fondamenti ultimi. Tuttavia la metafisica non può essere la trattazione dell'oggetto in quanto tale e degli oggetti nella loro totalità, giacché la metafisica ha a che fare con la totalità di ciò che esiste, ma la totalità di ciò che esiste (con l'inclusione di ciò che è esistito e ciò che esisterà) è infinitamente piccola in confronto alla totalità degli oggetti di conoscenza. Ciò che può essere oggetto del conoscere non ha affatto bisogno di esistere: le figure di cui tratta la geometria ovviamente non esistono e tuttavia si possono verificare le loro proprietà (il loro essere così).
Da un certo punto di vista la matematica è la parte compiutamente sviluppata della teoria dell'oggetto.
Meinong, A. (1885). Über philosophische Wissenschaft und ihre Propädeutik
Meinong, A. (1894). Psychologisch-ethische Untersuchung zur Werttheorie
Meinong, A., (a cura di). (1904). Untersuchung zur Gegenstandstheorie und Psychologie
Meinong, A. (1910). Über Annahmen, (seconda edizione riveduta).
Meinong, A. (1915). Über Möglichkeit und Wahrscheinlichkeit
Meinong, A. (1917). Über emotionale Präsentation
Articoli
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Opere in collaborazione con altri autori
Höfler, A. and Meinong, A. (1890). Philosophische Propädeutik. Erster Theil: Logik. F. Tempsky / G. Freytag, Vienna.
Opere edite postume
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Secondaria
Libri
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Manotta, Marina, La fondazione dell'oggettività. Studio su Alexius Meinong, Quodlibet, Macerata 2005.
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Articoli
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Riviste
Schramm, A., editor (2005). Meinong Studies - Meinong Studien, Vol. I, Ontos Verlag. (annuale)