Nato a Ilhéus, si trasferì a Rio de Janeiro per cercare di trovare un ingaggio in una squadra di calcio: in quel periodo visse da un parente a Copacabana.[8] Una volta conclusa la sua esperienza in Italia si trasferì brevemente nello Stato di Espírito Santo, luogo d'origine della moglie; vi tornò dopo aver dimorato a San Marino nel 2007-2008 e 2008-2009.[9]
Caratteristiche tecniche
Giocava come difensore centrale[8][9] e come libero.[10] Giocatore non molto veloce nell'incedere,[10] tecnicamente elegante ed efficace e concreto,[11] era dotato di grande potenza fisica,[12] che gli permetteva anche di effettuare efficaci contrasti; ricorreva sovente all'avanzata palla al piede verso la metà campo avversaria.[13] Era particolarmente abile nel gioco aereo e nell'anticipo dell'avversario;[11][12] grazie al suo livello tecnico, analogo a quello di un centrocampista di classe, era uno specialista di lunghi e precisi lanci, con i quali era in grado di innescare, sia col piede destro che col sinistro, pericolose azioni offensive, finalizzate dai compagni che giocavano in attacco.[8] Aveva anche una grande personalità.[12]
Carriera
Giocatore
Club
Gli inizi al Flamengo
Aldair iniziò a giocare a calcio nella sua cittadina d'origine: trasferitosi a Rio, fece un provino per il Vasco da Gama, ma fu scartato;[12] notato da Juarez, ex giocatore del Flamengo, mentre disputava una partita tra amici, entrò nelle giovanili del Flamengo.[8] Nel 1985 giocò qualche gara non ufficiale con la prima squadra, ma fu nel 1986 che trovò maggior spazio, e fu utilizzato come titolare: scese in campo per 23 volte nel campionato nazionale brasiliano, e segnò un gol; vinse inoltre il Campionato Carioca, ovvero il torneo dello Stato di Rio. Nel 1987 il Flamengo vinse il titolo nazionale, e Aldair presenziò in sette occasioni; nel 1988 disputò 24 partite, con 2 reti.
Benfica
Nel 1989 passò al Benfica di Lisbona, in Portogallo, giungendo così in Europa per rimpiazzare Carlos Mozer, ceduto al Marsiglia;[12] alla sua prima esperienza fuori dal Brasile giocò 21 partite da titolare (più una da subentrato), segnando 5 gol. In tale occasione arrivò a giocare la finale di Coppa dei Campioni, disputata il 23 maggio allo stadio Prater di Vienna poi persa per 1-0 contro il Milan[14].
Roma
Acquistato nel 1990 dal presidente giallorosso Dino Viola per 6 miliardi di lire,[15] trascorre tredici stagioni nelle file della Roma, con la quale vince una Coppa Italia nella stagione 1990-1991, un campionato di Serie A nel 2000-2001 e una Supercoppa italiana nel 2001.
Soprannominato Pluto dai tifosi della Roma, diventa uno dei simboli della compagine capitolina, imponendosi come uno dei difensori più forti del mondo; grazie alla sua eleganza e classe diventa la colonna portante della difesa romanista. All'inizio della stagione 1998-1999, dopo la partenza di Abel Balbo, viene indicato come nuovo capitano della squadra, ma dopo alcuni mesi cede la fascia all'allora talento emergente Francesco Totti.[16]
La stagione 2002-2003 è la sua ultima con la maglia della Roma. Al termine della stagione, per festeggiare la sua lunga militanza con i giallorossi capitolini, la sera del 2 giugno 2003 viene organizzato l'Aldair Day, con un incontro di calcio tra Roma e nazionale brasiliana nel quale Aldair gioca il primo tempo con i sudamericani e il secondo con i capitolini.
Nell'occasione la società giallorossa, in suo onore, decide inizialmente di ritirare la sua maglia numero 6; la scelta permane in casa romanista per i successivi dieci anni, fino alla stagione 2013-2014, quando la casacca torna a essere assegnata anche su spinta dello stesso Aldair.[17] In precedenza, il 20 settembre 2012 il brasiliano era stato tra i primi 11 giocatori a essere inserito nella hall of fame del club capitolino.[18]
Gli ultimi anni
Nella stagione 2003-2004 accettò la proposta del Genoa e giocò in Serie B, nonostante avesse ricevuto offerte anche da squadre della Serie A, per non dover giocare contro i giallorossi. Disputò con i genoani 17 gare di campionato, mettendo a segno una rete.
Nel 2007, a 41 anni e dopo tre anni di inattività, Aldair torna a giocare a calcio con la squadra sammarinese del Murata, in vista della partecipazione ai preliminari di UEFA Champions League conquistata dalla squadra di Massimo Agostini.[9]
Successivamente si avvicina a un nuovo sport di origine brasiliana, il footvolley.
Tornò in nazionale nel 1994, esordendo il 3 maggio contro l'Islanda: giocò le amichevoli di preparazione al Mondiale contro Canada (5 giugno) e Honduras (8 giugno), e debuttò al campionato del mondo 1994 contro la Russia il 20 giugno.[19] Nel corso del Mondiale fu titolare al centro della difesa al fianco di Márcio Santos,[9][12] e vinse il titolo, giocando peraltro anche la finale contro l'Italia.[19] Tra l'altro lui era inizialmente riserva della riserva,[12] ma diventò titolare in quanto Ricardo Gomes e Ricardo Rocha si infortunarono.[12]
Fu, con Bebeto e Rivaldo, uno dei tre fuori quota convocati per il torneo calcistico dei Giochi olimpici di Atlanta 1996.[9] In quell'occasione il Brasile ottenne la medaglia di bronzo. Nel 1997 giocò dall'inizio tutte le gare di Coppa America, segnando un'altra rete (contro il Messico) e vincendo il suo secondo titolo continentale.[19][23] In occasione del campionato del mondo 1998 fu ancora una volta selezionato quale difensore centrale titolare, stavolta a fianco di Júnior Baiano,[9] e giocò tutto il torneo, compresa la finale persa per 3-0 contro la Francia.[19]
Disputò l'ultimo incontro in nazionale il 28 giugno 2000 contro l'Uruguay.[19]
Dopo il ritiro
Nel 2009 è dirigente della Sorianese[24], Il 22 giugno 2015 diventa collaboratore per il mercato del Chieti per la stagione 2015-2016. Successivamente, si appassiona al footvolley diventando giocatore e ambasciatore della disciplina.[25][26] Nel 2015 a Roma ha aperto la sua scuola calcio[27] e dal 2020 collabora come scouting[28][29]
^85 (4) se si comprendono le amichevoli non ufficiali disputate con la nazionale maggiore brasiliana, cfr. Napoleão, Assaf, pp. 227-228.
^8 (0) se si comprendono le amichevoli non ufficiali, cfr. (EN, PT) Seleção Brasileira Restritiva (1996-1999), su rsssfbrasil.com. URL consultato il 22 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 10 giugno 2009).