Nacque a Cadimare, frazione di La Spezia[1] Figlio, con sei fratelli, di un giusta-carrozze e d'una lattaia[1], dopo una giovinezza nella Resistenza, contrassegnata anche da una deportazione, negli anni 60 divenne un imprenditore, petroliere. A cavallo tra gli anni 60 e 70 diventò responsabile della BP nel Nord Italia[1].
Dal primo matrimonio, ebbe due figli: Nadia e Marco. Da una seconda relazione nacquero invece tre figli, ma lui ne riconobbe soltanto uno, Alfredo[1].
Accanito giocatore d'azzardo, nel 1983 tentò il suicidio: sparandosi alla testa avendo successivamente problemi alla vista [1]. Dopo la convalescenza fece beneficenza e si riconciliò con Rivera[1]. Nell'aprile del 1992, dopo aver perso 430 milioni al casinò di Sanremo, probabilmente prostrato dalla ingente perdita di denaro, tentò nuovamente il suicidio impiccandosi fuori una finestra della sua proprietà , ma invece cadde e riporto solo qualche trauma. La famiglia denuncio il casinò per "circonvenzione d'incapace", ma pochi mesi dopo con la sentenza sfavorevole, perse la causa nei confronti della casa da gioco[1].
Interdetto dai figli, morì nel 2003 a La Spezia[1].