Tra i protagonisti della pittura figurativa del secondo Novecento, Manfredi si è dedicato con altrettanta perizia e continuità alle tecniche dell'incisione, materia che ha lungamente insegnato nelle accademie di Belle Arti di Lecce e di Firenze. Artista di profonda cultura, la sua formazione letteraria, unita alla sua precocissima vocazione di incisore, ha contribuito ad indirizzarlo verso il livre d’artiste: oltre cento sono infatti le edizioni di opere da lui illustrate con stampe originali.
Le caratteristiche salienti dell'arte grafica di Manfredi – un linguaggio preciso, rigoroso e sobrio, che ha voluto sempre tenersi distante dalle mode, ricercando in se stesso e nelle sue profonde radici protonovecentesche (da Degas a Beckmann, da Modigliani a De Pisis) le proprie ragioni espressive – si riscontrano allo stesso modo nella sua pittura.
1943 Sfollato insieme con la famiglia a Scandiano in seguito ai bombardamenti su Reggio, frequenta la terza media a Ventoso, dove è insegnante, proprio in quel periodo, lo scrittore siciliano Gesualdo Bufalino, con il quale rinnoverà l'amicizia tantissimi anni dopo[1]. Nella sua città, frequenta soprattutto Dino Prandi, dal 1936 responsabile della sezione di antiquariato dell'omonima libreria.
1952 Si reca a Roma, dove conosce Mino Maccari e Arnoldo Ciarrocchi, iniziando così una lunga amicizia con i due artisti che avrebbe ritrovato, sempre a Roma, negli anni in cui sarebbe divenuto assistente di Maccari alla cattedra di Tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle Arti. Fu proprio grazie all’interessamento di Maccari che negli anni universitari a Bologna poté cominciare a frequentare la casa di Giorgio Morandi.
È a quest’anno che risalgono le prime incisioni dell’artista, eseguite con matrici in cartone e dunque tirate a uno o a pochissimi esemplari.
1953 La Libreria Antiquaria Prandi comincia a trattare, accanto ai libri e via via sempre più specializzandosi nel nuovo settore di mercato, stampe originali moderne. Si rafforza la collaborazione e l'amicizia con Dino Prandi.
1955 Diviene assistente di Maccari all’Accademia di Belle Arti di Roma. Carlo Lodovico Ragghianti lo inserisce nell’esposizione da lui organizzata a Prato, “Sessanta maestri del prossimo trentennio”.
In quell’anno ottiene una borsa di studio dal Governo francese, che gli permette di soggiornare a Parigi per alcuni mesi.
1956 A Firenze, alla Galleria La Strozzina, viene organizzata una sua mostra personale; è Mino Maccari a presentare l’artista nello scritto di catalogo. In quello stesso anno, la Libreria Antiquaria Prandi pubblica un catalogo di stampe originali che allarga per la prima volta l’offerta agli artisti contemporanei, tra i quali figura come il più giovane. Su invito di Attilio Bertolucci, collabora con illustrazioni alla rivista “Il Gatto Selvatico”. Il 22 di ottobre sposa Marta Montanini, compagna di classe ai tempi del liceo.
1958 Lascia il posto di assistente di Maccari a Roma e va a lavorare a Milano, presso la stamperia di Piero Fornasetti, alla realizzazione di una serie di pannelli sul tema dei caffè storici italiani. A Milano, continua a frequentare Marco Valsecchi, Pier Carlo Santini, la Galleria Il Milione. Di quell’anno è anche l’acquaforte “Ritratto di Morandi”, la cui tiratura a venti esemplari viene eseguita solo dopo l’approvazione dell’artista. Sulla rivista “Valbona” di Urbino, diretta da Leonardo Castellani, viene inserito l’originale di una sua acquaforte, “Ballerina col seno nudo”; proprio a questa acquaforte farà riferimento Leonardo Sciascia quando circa vent’anni più tardi introdurrà il secondo dei quattro cataloghi antologici delle sue incisioni pubblicati via via dalla Libreria Prandi. Partecipa con due acqueforti all’almanacco “L’antipatico” curato da Mino Maccari e Italo Cremona.
Il 22 settembre nasce la figlia Caterina.
1959 Conosce Antonio Ligabue, e Dino Prandi, che commissiona a Ligabue una serie di quattordici incisioni, gliene affida la tiratura. Esegue la serie di disegni per “Penny Wirton e sua madre” di Silvio D’Arzo, che verranno pubblicati nel 1978 da Einaudi[4].
1960 Il 3 febbraio nasce il secondo figlio, Arnoldo Nicola. Fra gli incontri milanesi, acquisisce sempre più spessore la figura di Igino Cerastico, un uomo d’affari grande appassionato di grafica, dapprima solo come collezionista e successivamente come editore d’arte; nel giro di circa quindici anni, infatti, Cerastico pubblicherà – accanto ad edizioni illustrate con opere di altri artisti quali Floriano Bodini, Carlo Mattioli, Luciano Minguzzi, Anton Zoran Music, Ceri Richards, Aldo Salvadori – dieci opere contenenti stampe originali di Manfredi.
1962 Diviene titolare della cattedra di Tecniche dell’incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Lecce, dove mantiene l’incarico fino al 1967.
A Firenze, comincia a frequentare la Stamperia d’arte “Il Bisonte” di Maria Luigia Guaita.
1963 È l’anno della più importante iniziativa editoriale della Libreria Antiquaria Prandi, la monumentale edizione delle “Cinquanta incisioni di artisti italiani”; ancora una volta Manfredi, oltre a comparire fra gli artisti selezionati, collabora alla realizzazione dell’opera dirigendo le tirature delle lastre degli altri artisti.
1967 Diviene titolare della cattedra di Tecniche dell’incisione presso l’Accademia di belle arti di Firenze, incarico che manterrà fino al 1999.
Un affetto di devozione quasi filiale legava Manfredi a Otello Monzali, un collezionista di Prato che fin dai tempi dell’università non aveva mai smesso di frequentare; e a Prato, Otello Monzali apre nel 1967 una propria galleria, la Galleria Metastasio, organizzando subito una mostra dell’artista reggiano.
1973 Collabora come illustratore con il periodico “L'Espresso”, per il quale nel corso di due anni esegue varie vignette.
1983 Negli anni si è ormai approfondita l’amicizia con un grande appassionato di grafica, Sergio Manetti, raffinato produttore di vino nella sua fattoria di Montevertine a Radda in Chianti; l’artista inizia una collaborazione con Manetti, realizzando annualmente le etichette per il pregiatissimo “Le Pergole Torte"[7][8]. Tra gli amici pittori, frequenta sempre più spesso Franco Rognoni.
1985 Gli viene conferito il 1º premio per la pittura alla “Ginestra d’Oro del Conero” di Numana -Ancona. Una ricca scelta di suoi aforismi, con il titolo “Dal taccuino dell'Anonimo Padano”, appare sull’almanacco di letture e disegni della Libreria Antiquaria Prandi “Alto Mare”.
1987 Marco Conte, titolare della Galleria Il Mappamondo di Milano, organizza la prima delle sue importanti mostre dedicate all’artista.
1992 Alcuni suoi più importanti libri illustrati sono presenti nella grande esposizione itinerante “The Artist and the Book in XXth Century in Italy”[9][10] basata sulla collezione di Loriano Bertini e organizzata dal Museum of Modern Art di New York.
1998 L’artista dona alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia un ricco corpus di incisioni calcografiche[11]; questa donazione è all’origine della mostra “Nel segno di Manfredi”, a cura di Fabrizio Dall’Aglio[12].
2000 Grande mostra antologica a Palazzo Magnani di Reggio Emilia, a cura di Sandro Parmiggiani, con centottanta opere esposte tra dipinti, acquerelli, incisioni[13] (“Alberto Manfredi – Il colore della nostalgia”, catalogo con scritti di Luigi Cavallo, Raffaele Crovi, Fabrizio Dall’Aglio, Dino Prandi e Franco Sciardelli).
2001 Alberto Manfredi si spegne nella notte tra il 13 e il 14 febbraio[14].
(Cfr. Alberto Manfredi. Il colore della nostalgia, a cura di Sandro Parmiggiani, Milano, Skira, 2000 - Bibliografia a cura di Fabrizio Dall’Aglio)[15].
1959 Maalisku (Finlandia), personale di trenta incisioni; Parigi, Musée d'Art Moderne, Première Biennale des jeunes artistes; III Biennale di Varsavia; Venezia, Opera Bevilacqua La Masa, III Biennale dell'incisione contemporanea (premiata l'acquaforte “Ritratto di Morandi”)
1991Milano, Galleria Il Mappamondo; Reggio Emilia, Cavallerizza (“Manfredi illustratore”, mostra di tutti i libri illustrati)
1992Venezia, Salone di Settembre, Galleria Il Mappamondo; Milano, ‘Undici maestri d’oggi’, Galleria Il Mappamondo; Parigi, Bouquinerie de l’Institut (“Oeuvres sur papier”)
^La scomparsa di Alberto Manfredi (1930-2001) pittore e insegnante all'Accademia, in La Repubblica, 22 febbraio 2001.
«Il 14 febbraio scorso è morto nella sua casa di Reggio Emilia, dove era nato nel 1930, Alberto Manfredi. Pittore e incisore, era stato assistente di Mino Maccari all' Accademia di Belle Arti di Roma e poi, per molti anni, titolare della cattedra di Tecniche dell'incisione a Firenze (ed a Firenze aveva esposto varie volte, alle gallerie Pananti e Santo Ficara).
Alla sua attività di pittore, riproposta proprio pochi mesi fa in una grande antologica nella sede reggiana di Palazzo Magnani, aveva da sempre affiancato quella di illustratore, anche collaborando a riviste come «Il Gatto Selvatico» di Attilio Bertolucci o come «L'Espresso», ma soprattutto con la realizzazione di stampe originali per molte edizioni d'arte, fra cui le «Memorie lontane» di Guido Nobili stampate dall'Officina Bodoni di Mardersteig per conto dei Cento Amici del Libro, il Dialogo dello Zoppino pubblicato da Gino Nebiolo nelle sue edizioni «All'Insegna del Lanzello», «Il pinguino senza frac» di Silvio D'Arzo, riproposto poi da Einaudi. Amato da scrittori come Bufalino, Sciascia, Bilenchi, e da critici come Pallucchini, Ragghianti, Valsecchi, la sua arte si è sempre mantenuta distante dalle mode, ricercando in se stessa («è fra i pochi pittori che sanno ancora disegnare», diceva di lui Maccari) e nelle sue scaturigini protonovecentesche da Degas a Beckmann, da Modigliani a De Pisis le proprie ragioni espressive.»
^Alberto Manfredi. Il colore della nostalgia, Milano, Skira, 2000, ISBN88-8118-728-0.
^ Carlo Segala, Il pittore Alberto Manfredi alla Galleria San Luca, in Il Gazzettino, Venezia, 17 ottobre 1958.
^ C.M., Una felice personale di Alberto Manfredi alla Galleria Il Bulino, in Gazzetta Padana, Ferrara, 8 giugno 1960.
Sandro Parmiggiani, Alberto Manfredi. Il colore della nostalgia, Milano, Skira, 2000, ISBN 88-8118-728-0
Sandro Parmiggiani, Alberto Manfredi. La collezione Giacomo Riva, Grafiche Step Editrice, Parma, 2017, ISBN 978-88-7898-143-0
Sandro Parmiggiani, Alberto Manfredi. La donazione della collezione Giacomo e Annamaria Riva alla Fondazione Manodori, Grafiche Step Editrice, Parma, 2019, ISBN 978-88-7898-195-9