Alberto Bruni Tedeschi, (nato Giuseppe Alberto Tedeschi)[1] (Moncalieri, 27 agosto 1915 – Parigi, 17 febbraio 1996), è stato un imprenditore e compositore italiano.
Biografia
Figlio di Virginio Tedeschi e di Orsola Bruni, giovanissimo divenne amministratore di CEAT (1938), industria italiana capofila nella produzione di gomme e pneumatici. Agli studi in giurisprudenza e all'attività di imprenditore affiancò quella di compositore: studiò a Torino con Giorgio Federico Ghedini,[2] componendo la sua prima opera di successo nel 1941, Villon, su un libretto di Tullio Pinelli, eseguita in prima assoluta da Giulietta Simionato sotto la direzione di Gianandrea Gavazzeni.[3] Nel 1959 sposò Marisa Borini, musicista e attrice, dalla quale ebbe tre figli: Virginio Bruni Tedeschi (1959-2006), Valeria Bruni Tedeschi (1964), celebre attrice e regista, e Carla Bruni (1967), modella, cantante e attrice, première dame francese con il marito Nicolas Sarkozy. La moglie rivelò in seguito di aver concepito la figlia Carla con un musicista torinese, Maurizio Remmert.[4] L'anno successivo[2] fu nominato sovrintendente del Teatro regio di Torino, carica che mantenne fino al 1971.
Esperto collezionista e appassionato d'arte, Bruni Tedeschi aveva acquistato nel 1952 Villa Ceriana a Castagneto Po, un castello di 40 stanze su 1500 m² che rinnovò interamente e dove collocò parte del proprio patrimonio artistico.[5] Il castello, gli arredamenti e la collezione furono poi venduti dalle eredi Marisa, Valeria e Carla per finanziare la Fondazione Bruni Tedeschi, nata per onorare il figlio di Bruni Tedeschi, Virginio, scomparso a 46 anni a causa dell'AIDS.[6]
Lasciata l'Italia e l'attività imprenditoriale - dopo aver ceduto la CEAT al gruppo Pirelli - Bruni Tedeschi si trasferì a Parigi dove visse per gli ultimi vent'anni. Malato da tempo, si spense a Parigi il 17 febbraio 1996, all'età di ottant'anni.
Parte dei suoi manoscritti e molti documenti sono conservati presso la Fondazione Cini di Venezia.[1]
Opere
Fra i suoi lavori musicali si possono ricordare:[3]
Note
Bibliografia
- Gian Piero Bona, L'industriale dodecafonico: il '900 di Alberto Bruni Tedeschi, Venezia, Marsilio, 2003
Collegamenti esterni