Albertino (Montone, 1220/1250 – Fonte Avellana, 13 aprile 1294) è stato un monaco cristiano italiano, venerato come santo dalla Chiesa cattolica.
Biografia
Nato a Montone, in Umbria, in una data compresa tra il 1220 e il 1250[1][2], abbracciò in giovane età la vita monastica nell'eremo di Fonte Avellana, nell'Appennino marchigiano. Nel 1275 fu eletto priore della congregazione avellanita, che guidò con fermezza e amorevolezza, dedicandosi anche con successo alla pacificazione dei comuni limitrofi in lotta fra loro[1].
Nel 1292 fu eletto vescovo di Osimo, ma dopo un solo giorno rinunciò alla carica episcopale, dedicandosi alla preghiera e alla contemplazione. Albertino morì a Fonte Avellana il 13 aprile 1294, lasciando in eredità ai confratelli e ai fedeli un esempio di umiltà e di amore per la pace. Ebbe anche fama di taumaturgo, infatti numerosi pellegrini si recavano al suo sepolcro invocandone l'intercessione[2].
Culto
Nel 1772 papa Clemente XIV lo proclamò Beato. Il 21 agosto 1782, con decreto approvato da papa Pio VI, fu concesso l'Ufficio e Messa di sant'Albertino per la Congregazione de' Monaci ed Eremiti Camaldolesi[3]. È invocato dai malati di ernia[4]. La Chiesa lo ricorda il 31 agosto, ma anche il 3 e 13 aprile e il 3 settembre[4].
Note
Collegamenti esterni