Progettato dall'ingegner Sergio Stefanutti, era l'evoluzione di una serie di prototipi (Sagittario I) che non raggiunsero mai la produzione in serie.
Storia
Sviluppo
Il Sagittario 2 venne sviluppato da un addestratore biposto ad elica, il SAI Ambrosini S.7, prodotto in un piccolo numero di esemplari ed entrato in servizio presso l'Aeronautica Militare, ma, a differenza di questo, era di costruzione interamente metallica e caratterizzato da una configurazione alare a freccia. Nelle intenzioni, doveva essere un passaggio intermedio per realizzare un caccia pienamente supersonico, ovvero l'Aerfer Leone, il cui prototipo non fu mai completato. Anche il successivo Aerfer Ariete si collocava in questa ambiziosa linea di sviluppo.
Progetto tecnicamente molto avanzato per l'epoca, fu il primo aereo costruito in Italia a raggiungere e superare il muro del suono, il 4 dicembre 1956. Il pilota che compì questa straordinaria impresa fu il tenente colonnello Giovanni Franchini, eroe di guerra, collaudatore che concluse la sua carriera come generale di squadra aerea. Tra le sue particolarità vi era l'ugello di scarico posizionato sotto la fusoliera, mentre la presa d'aria era posta, come in molti aerei dell'epoca, sul muso. Questa configurazione lasciava libero ampio spazio in fusoliera per il carburante, consentendo così, a differenza di altri modelli coevi, una notevole autonomia.
L'unico esemplare di Sagittario 2 conservato in Italia è l'esemplare MM 561, il secondo prototipo realizzato, esposto presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare. Un motore Derwent Aero è in bella mostra al Reparto Sperimentale di Volo.
Giuseppe Ciampaglia, Dal SAI Ambrosini Sagittario All'AERFER Leone. A History of the first Italian supersonic fighters created by Sergio Stefanutti, IBN Editore, 2004, pp. 158, ISBN88-7565-000-4.