L'acquedotto romano di Venafro è un acquedotto di epoca romana, risistemato in epoca augustea, ma già esistente in precedenza.
Storia
L'acquedotto captava le acque dalla sorgente del fiume Volturno e le distribuiva lungo un percorso di circa 30 km alle ville del territorio e alla città di Venafro.
Architettura
Il condotto, che seguiva un percorso a mezza costa dei rilievi, con una pendenza costante dell'1%, era realizzato in opera cementizia con interno rivestito da intonaco (larghezza di 65 cm e altezza di 160 cm).
Nel Museo archeologico di Venafro si conserva un'epigrafe di epoca augustea, redatta tra il 17 e l'11 a.C. ("Tavola delle acque") con il regolamento d'uso delle acque captate[1][2].
Resti del condotto sono stati rinvenuti presso Colli a Volturno, Montaquila, nella frazione di Santa Maria Oliveto, sotto la chiesetta di Santa Lucia[3], e nel capoluogo comunale di Pozzilli
^Si conservano due tratti di qualche decina di metri, separati da un'interruzione in corrispondenza di un vallone, il primo in galleria e il secondo costruito in muratura.